La nostra storia

Il Circolo Famigliare di Unità Proletaria nasce nel 1945 all’indomani della Liberazione, per volere dei Partigiani della 48ª Brigata Matteotti, unitamente ai Comitati di Sezione di Gorla del PCI e del PSI. Il loro proposito era quello di creare un circolo ricreativo in questo popolare quartiere milanese favorendo, così, la ripresa delle relazioni sociali fra i suoi abitanti, provati da cinque, lunghi anni di guerra.

La nascita del Circolo, che si organizzò in Cooperativa e venne costruito sulle ceneri del “Buschett”, una sala da ballo andata distrutta sotto i bombardamenti, fu possibile grazie alla donazione di una somma di denaro che la 48ª Brigata Matteotti ottenne dal Comitato di Liberazione Nazionale Nord-Italia per la cattura di un gerarca fascista in fuga, nonché alla donazione del terreno di proprietà del sig. Giuseppe Manzini e alla quota associativa di 100 Lire versata da 73 soci-candidati.

Numerosi sono i documenti ancora in nostro possesso che raccontano la nostra storia. Si tratta di attestati, fotografie, documenti vari che dimostrano la volontà, la generosità e l’entusiasmo di chi ha vissuto il Circolo, ma anche le difficoltà che abbiamo incontrato nel corso degli oltre settant’anni della nostra vita. Molti documenti sono addirittura antecedenti il 1945 e descrivono pezzi di storia delle donne e degli uomini di Gorla, testimoniando la grande capacità di coesione sociale presente allora e purtroppo, oggi, difficilmente riscontrabile.

Profondi cambiamenti hanno caratterizzato, come è normale che sia, la vita del nostro Circolo. Numerose Associazioni di volontari si sono formate e sono cessate all’interno delle nostre mura: Gli “Amici della Lirica”; una bocciofila; il gruppo sportivo di caccia e pesca; l’Associazione escursionisti proletari; una società di ciclismo dilettantistico fondata da Giovanni Gerbi, pioniere del ciclismo italiano; un circolo culturale e così via.


In questa sede ci preme ricordare soprattutto la “Società baristi”, unico esempio nel movimento circolistico lombardo con oltre cento volontari che si alternavano alla conduzione del bar e che proseguì per oltre vent’anni, andando a terminare la propria attività verso la metà degli anni Sessanta quando l’apporto dei volontari venne meno, rendendo impossibile una conduzione di questo tipo.

All’interno del Circolo venne ospitato, a partire dal 1973, il Teatro Officina. Fondato da Roberto Agostini e Patrizia Rossi, frequentatori della Civica Scuola d’Arte Drammatica del Piccolo Teatro di Milano, utilizzava uno spazio all’interno del Circolo permettendo a studenti e operai di avere un punto di riferimento e aggregazione culturale. Qualche anno dopo Massimo De Vita regista, attore, già allievo di Giorgio Strehler, ne divenne il direttore artistico.

Gli anni Ottanta furono quelli sicuramente più difficili per il Circolo. Sopravvenute norme su igiene e sicurezza, nonché le nuove abitudini degli italiani circa la fruizione del tempo libero, misero in seria discussione la vita del Circolo. Tuttavia, a partire dagli anni Novanta, grazie all’illuminata presidenza di Cesare Radaelli,(Foto Cesare Radaelli, Presidente CFUP dal 1992 al 1999)

il Circolo riprese quota. Tre fattori furono fondamentali per la sua ripresa: una profonda e sostanziale ristrutturazione degli spazi; l’introduzione di varie iniziative serali tutt’oggi esistenti, che spaziano dal cinema al tango, al jazz, a incontri culturali; l’ingresso nei locali del Circolo, nel 1986, del Teatro Zelig, una realtà oggi conosciuta in tutta Italia.

Oggi, oltre alle varie attività serali e alla frequentazione dei soci nelle ore diurne, ospitiamo vari corsi come  canto, lingua, musica. Offriamo inoltre un servizio di ristorazione con la “Cucina del Popolo” che, prendendo spunto da un’idea di Luigi Veronelli, ripropone una tavola che rifiuta l’imposizione del capitale alimentare, inglobando il significato della cucina sociale, di un consumo critico, dello sviluppo di forme solidaristiche sul piano alimentare e della riproposta di spazi sociali.

Tutto questo rende il Circolo un luogo ospitale dove oggi, così come in passato, è possibile conoscersi e frequentarsi.

Per una più approfondita conoscenza della nostra storia vi invitiamo a visionare le pagine del volume “70 anni” che abbiamo redatto in occasione dei festeggiamenti per i nostri primi settant’anni di vita.